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I THUNDERBOLTS in:
FUORI IL NUOVO, DENTRO IL VECCHIO
Di FABIO VOLINO
Terza Parte
1
Slorenia.
Se aveste domandato alla gente, poco più di un anno fa, se conoscevano questa nazione la risposta sarebbe stata una sola. "Cosa?". Ma la storia ci insegna che le cose possono cambiare più rapidamente del previsto: ed oggi la Slorenia si trova al centro del mondo.
È stata prima lo scenario di un terribile massacro ad opera di un robot assassino, poi è divenuta il luogo di incontro di diverse culture, di diversi personaggi, seppur tutti accomunati da un unico carattere: essere perseguitati per via delle loro idee. Dunque c'è poco da stupirsi se, dai circa duecento sloreni che poteva inizialmente contare come abitanti, oggi questa nazione sia rapidamente arrivata a quota duemila. E lungo le sue strade si possono incontrare uomini di tutte le razze, di tutti i credo religiosi, di tutte le ideologie politiche. Qualcuno dice che prima o poi questa situazione si rivelerà una polveriera e la deflagrazione sarà tremenda: vero, ma non è detto che chi si è assunto il compito di rifondare questa
nazione rimarrà a guardare.
Nei giorni scorsi, la Slorenia ha accolto dei nuovi rifugiati: un popolo che nel corso degli anni ha preso dimora in diversi luoghi, come il Portogallo, l' Hymalaia o persino la Luna! Gli Inumani. Sottratti al perfido controllo di Ronan e dei Kree, hanno deciso di stabilire qui la loro cittadella, Attilan: forse non sarà la loro sede definitiva, ma per ora va loro più che bene.*
* Il tutto al termine della saga narrata su Vendicatori 53/60
E ad osservare da lontano la cittadella vi è quello che forse è il rappresentante più illustre tra gli abitanti della Slorenia: Yaphet Mausen. Scrittore asiatico, perseguitato dal governo del suo paese per via di un libro che metteva in discussione alcuni aspetti della ideologia religiosa dominante. Per ripicca hanno ucciso sua moglie e lo hanno costretto ad una fuga che pareva senza fine... almeno fino a quando i Vendicatori non lo hanno portato in questa nazione. Qui ha ritrovato la voglia di scrivere, che credeva di avere perso dopo la morte della sua amata Yasmina: il suo nuovo libro, FENICE, dedicato proprio alla storia della Slorenia, è ormai quasi completato. 500 pagine scritte in modo fitto, forse il suo capolavoro assoluto. Ma certi scrittori non si accontentano mai: Mausen vuole subito scrivere un nuovo libro. Ha molti soggetti in mente: la sua autobiografia (perchè no?); la storia degli eroi che hanno agito nel corso della Seconda Guerra Mondiale; un' analisi degli interventi
dei supereroi nelle faccende di importanza mondiale... ed ora perchè non un
accurato resoconto di Attilan e dei suoi abitanti?
Mentre si avvicina, lo scrittore nota una persona a lui nota: Milla Rasnevic, una donna salvata dalla tirannia di Drakan Djorjevic. Chissà, forse è stato l' incontro con lei a dare a Mausen l' impulso definitivo a tornare alla scrittura. Forse spinto dall' amore? Lui non sa darsi una risposta: non prova per Milla le stesse sensazioni che provava quando stava con Yasmina, eppure mentirebbe se dicesse di provare per lei solo un comune sentimento di amicizia. E sempre insieme a lei Mausen ha provato un' esperienza indimenticabile: insegnare ad una persona a leggere e scrivere. La tirannia di Djorjevic
era spietata e faceva sì che tra la minoranza slorena imperasse l' analfabetismo. Perchè non c'è nulla di più pericoloso del potere della parola... e della capacità di comprenderne la portata. Le lezioni dello scrittore sono ancora agli inizi, ma non scorderà mai il momento in cui Milla ha scritto correttamente il proprio nome. Un momento in cui sul suo volto è comparso il più luminoso dei sorrisi, il dono migliore che lei
potesse fargli. E per insegnarle questo, Mausen ha dovuto prima imparare lo sloreno, ma questo per lui è stato un piacere.
"Ciao" saluta Mausen avvicinandosi.
"Oh, ciao, Yaphet" replica Milla, che poi volge il suo sguardo verso Attilan "Che te ne pare dei nostri nuovi... vicini?".
"Intendevo proprio andare a conoscerli".
"Sai, tra la mia gente un po' li si teme: molti hanno un aspetto così strano".
"E allora? Sono forse diversi sotto questo aspetto, ma per il resto provano le nostre stesse sensazioni, sono uguali a noi. Noi che siamo stati perseguitati dovremmo essere gli ultimi a pensare al concetto di diversità".
"Sì, hai ragione. Allora... verrò con te, ti confesso che sono curiosa" dice Milla.
Madison, Wisconsin.
Charlie Burlingame è perso nei suoi pensieri: al bacio che ha dato a Maria ed alla sua reazione. Ha fatto bene? Del resto sente di provare qualcosa per lei, doveva esprimersi in qualche modo. Comunque crogiolarsi nell' autocommiserazione non servirà, dovrà...
"... signor Burlingame?".
"Eh, come?" si riprende il ragazzo.
"Le ho chiesto di riepilogarci quanto ho appena detto alla classe. Sono sicuro che è stato attento alle mie parole" dice sardonico il professore.
"Lei... stava parlando della Rivoluzione Francese".
"Esatto: di quale periodo?".
"Ehm... la presa della Bastiglia?". Parte spontanea qualche risatina da parte dei suoi compagni di classe.
"È rimasto un po' indietro: siamo già agli anni del Terrore. Punirò la sua disattenzione con una nota di demerito sul registro". Charlie non prova a protestare, se l'è meritata. "Ah, signor Burlingame" continua il professore "Qualsiasi cosa passasse per la sua testa... la metta da parte: i suoi voti non sono certo dei migliori. Le consiglio di pensare unicamente allo studio nei prossimi mesi".
Slorenia.
Yaphet Mausen e Milla si avvicinano all' entrata di Attilan. Lì vi sono Gorgon e Karnak, impegnati in qualche dialogo su un argomento incomprensibile ai due umani. Ad un tratto Gorgon si accorge della loro presenza. "Sì? Cosa volete?" è l' inevitabile domanda.
"Visitare la vostra cittadella" risponde lo scrittore asiatico "È possibile?".
I due inumani si guardano l' un l' altro, come se si aspettassero reciprocamente che uno di loro dica cosa fare. Alla fine è Karnak a prendere la parola:"Immagino non ci sia alcun problema. Purchè rimaniate sempre accanto a noi".
Yaphet e Milla annuiscono.
"Posso chiedere come mai volete visitare Attilan?".
"Curiosità. È una pessima caratteristica di noi uomini" dice Milla con un sorriso. Ora che è così vicina, non le paiono tanto terribili questi Inumani: è proprio vero che non bisogna mai fidarsi delle sensazioni o dei giudizi o pregiudizi altrui, sempre meglio verificare di prima persona.
I quattro incominciano il loro cammino, arrivando poco dopo nella piazza principale, il centro della vita e dei rapporti di Attilan. Qualcuno lancia uno sfuggevole sguardo verso Yaphet e Milla, poi però continua nelle sue mansioni.
"Atlas mi ha detto che voi discendete da degli alieni" dice lo scrittore "È vero?".
"Vedo che lei ha la mente aperta" commenta Gorgon.
"Sono in questa terra solo da poche settimane, ma ho già visto cose da rasentare l' incredibile. Ormai lo scetticismo è per me qualcosa di estraneo".
"Comunque quello che ha detto è vero... più o meno. Circa venticinquemila anni fa, una razza aliena chiamata Kree fece degli esperimenti genetici
su una tribù preistorica, rendendola più evoluta. Noi fummo il risultato finale di quegli esperimenti: da allora la nostra razza ha dovuto subire molte traversie, è stata persino esiliata nello spazio oppure rifugiata sulla Luna. Ma alla fine siamo sempre rimasti qui, sulla Terra, la nostra vera casa".
In quel momento passano il sovrano Freccia Nera e dietro di lui suo figlio Ahura, nuovo consigliere spirituale in seguito alla drammatica dipartita del suo predecessore, Carthus (da lui ucciso senza troppi rimorsi). La gente si prostra davanti a loro ed è piena di complimenti: pur nella concitazione del momento, Yaphet Mausen capisce che le parole rivolte a Freccia Nera sono sentite, mentre quelle per Ahura sono dettate da una sottile forma di rispetto che confina con la paura.
"Cosa pensate di quel ragazzo?" chiede allora ai suoi accompagnatori.
Gorgon e Karnak liquidano rapidamente la questione e così la visita continua.
Ai confini della Slorenia.
Ecco, è quasi arrivato, la sua liberazione è vicina. Dopo tanto tempo, sta finalmente per riottenere ciò che è suo di diritto.
Attilan.
"Quello che state per vedere" dice Karnak "È il capitolo più amaro della nostra razza. Amaro, ma inevitabile. Qui siamo nei sotterranei, dove risiedono gli Alfa Primitivi".
"Gli Alfa Primitivi?" esclama Milla Raznevic.
"Sì. Creati per eseguire i lavori più umilianti e di fatica. Solo questo sanno fare, concetti come il rispetto od il libero arbitrio sono loro preclusi, o meglio, non li tengono in considerazione".
"E non avete fatto nulla per cambiare questo stato delle cose?" chiede Mausen.
"Più volte. Ma è come se chiedessimo a lei di rinnegare la sua natura, di fare cose per lei inconcepibili: gli Alfa Primitivi non riescono ad assaporare il gusto della libertà".
Mausen li osserva lungamente poi, quando il gruppetto sta per andarsene, si avvicina loro e inizia a parlare:"Voglio narrarvi una storia". Gli Alfa Primitivi sembrano quasi non ascoltarlo. "La storia di un uomo prigioniero: prigioniero per aver voluto esprimere le sue idee. Per rappresaglia, il suo governo uccide i suoi cari e lo costringe ad abbandonare per sempre il paese in cui è nato e che ama. Quest'uomo vaga per il mondo per molti anni, braccato continuamente da persone che vogliono ucciderlo, fino a quando altre persone gli offrono un rifugio sicuro. Qui l' uomo ritrova la pace e capisce finalmente una lezione importante: che i propri ideali possono trionfare, nonostante qualcuno affermi il contrario. E spinto da ciò, ritorna ad esprimere le proprie idee". Gli Alfa Primitivi ancora non dicono nulla. "Se a voi la vostra situazione sta più che bene, d' accordo, andate avanti e non rinnegate la vostra natura. Ma se uno di voi sente il tutto come una imposizione... ebbene, lo dica. Perchè il silenzio può
essere il vostro peggior nemico".
Terminato il suo discorso, Yaphet Mausen torna accanto a Karnak e Gorgon. "Cosa ha detto loro?" chiede quest'ultimo.
"Forse qualcosa che per loro non significa nulla" ribatte lo scrittore "Oppure molto".
Una volta spariti alla vista, gli Alfa Primitivi guardano nella loro direzione. E rimangono lì, immobili, a riflettere. Per svariati minuti.
Little Creek, Louisiana.
Rieccolo nuovamente, pronto a raccogliere la sfida più grande della sua vita: una sfida che non c'entra nulla con lo sport o le vicende supereroistiche. Una sfida per la cui vittoria non c'è bisogno di nessun sgargiante costume, solo di tanta forza di volontà. Che è certo ora di possedere. Dunque Delroy Garrett Jr. bussa alla porta della casa dei suoi genitori e aspetta pazientemente.
Pochi secondi dopo viene ad aprirgli Ruth, sua madre, che fa una faccia stupita. "Delroy? Pensavamo...".
"Posso entrare?" la interrompe lui.
La donna non risponde e l' eroe prende il suo silenzio come una forma di assenso. E così a passi decisi entra nell' abitazione, recandosi subito in salotto e trovandovi suo padre Quince ma soprattutto sua sorella Hope.
È venuto per lei.
"Cosa vuoi ancora, Delroy?" esclama Quince "Te l' abbiamo già detto, non vogliamo la tua elemosina: possiamo cavarcela benissimo da soli".
"Che giorno è oggi?" chiede a sua volta Trottola.
"Che razza di domanda è...".
"Te lo dico io che giorno è: quello del diciottesimo compleanno di Hope. Scommetto che non l' avete nemmeno festeggiato. Quello che conta, però, è che da questo giorno lei può decidere per sé, autonomamente".
"Non...".
"E dunque ho appena aperto un conto corrente intestato a suo nome presso la banca della città. Puoi dire quello che vuoi, padre, ma Hope non merita di vivere i suoi giorni in questo posto dimenticato da Dio. No, lei deve andare a studiare in scuole prestigiose, perchè è una ragazza speciale".
"Non avevi alcun diritto di farlo".
"Ed invece io credo di sì!" quasi urla Delroy "Ho fatto quello che voi non avete avuto il coraggio di fare: avete perso l' affetto di un figlio, almeno conservate quello dell' altro. Ah, superfluo aggiungere che, se solo provate a sottrarre un centesimo dal conto corrente di Hope, andrete incontro a gravissime sanzioni". Poi l' ex atleta olimpionico si avvicina a sua sorella. "Buona fortuna, Hope. E fatti valere".
Lei sorride:"Grazie, Delroy. Non dimenticherò mai quello che hai fatto per me".
Lui sorride a sua volta e, prima che i suoi genitori possano scagliarsi contro di lui nuovamente, compie un magnifico scatto che lo porta lontano da loro. E con l' animo decisamente più sollevato.
Slorenia.
Atlas ha ricevuto una chiamata urgente da parte di Visione: strano, un evento molto raro. Così, preoccupato e curioso, si mette in collegamento col sintezoide.
"Grazie per avermi subito contattato, Erik" dice Visione "Ci sono notizie che ti riguardano".
"Cosa è successo?".
"Alcune ore fa ci sono giunte via mail presso il nostro sito Internet delle foto. Raffiguravano una giovane ragazza, ripresa da una distanza sufficiente a far sì che non notasse l' obiettivo della macchina fotografica. Erano state prese chiaramente senza il suo consenso. Sotto ognuna di queste foto c'era scritta questa frase:'Per Erik Josten'. Ho avuto immediatamente un sospetto e ho cercato di trovarne la conferma".
Anche Atlas sta avendo lo stesso sospetto. "Puoi mostrarmi quelle foto?".
"Te le ho spedite sulla tua casella di posta, puoi andare a controllare".
Erik scarica il messaggio con sempre maggiore frenesia ed apre gli allegati. Sì, il suo sospetto era fondato, ma si sente comunque in dovere di chiedere:"Cosa hai scoperto, Visione?".
"Ho chiesto a Jocasta di fare un esperimento: di provare ad invecchiare artificialmente il volto di una persona per scoprire quale sarebbe oggi il suo aspetto. Un esperimento condotto sull' unica persona di sesso femminile a te legata, almeno per quel che so io".
"Mia sorella".
"Esatto. Le foto non appaiono contraffatte, dunque dobbiamo presumere che tua sorella sia ancora viva. Ora stiamo analizzando ogni aspetto di quelle immagini per capire dove siano state scattate".
"Ma chi le ha spedite?".
"Non siamo riusciti a scoprirlo: chiunque sia il responsabile, è riuscito ad eludere tutti i nostri controlli, non siamo nemmeno riusciti a scoprire la provenienza della mail. Stiamo comunque effettuando delle indagini in tal senso, ti terrò informato di tutti gli sviluppi".
Ma già atroci sospetti e cupi pensieri si stanno affollando nella mente di Erik Josten: Lindy, sua sorella, sono passati anni dall' ultima volta che l' ha vista, credeva ormai di averla persa per sempre. E per un buon motivo: era stata investita da un auto mentre era in bici e all' ospedale era stata dichiarata la sua morte. Nel sentire questa notizia, Erik si era immediatamente allontanato dal Wisconsin, entrando nell' esercito: il dottore dunque aveva fatto una diagnosi prematura? Ed allora perchè Carl non gliel'aveva detto quando era tornato? Erik Josten sta iniziando a pagare ora gli anni in cui è stato lontano dai propri affetti.
In quel momento qualcun altro chiama Atlas. "Erik? Scusa se ti disturbo" dice Miss America "Ma credo proprio che dovresti venire al confine ovest".
Per ora Atlas non può fare niente riguardo a sua sorella se non aspettare. Dunque dice:"Vengo subito".
Si precipita sul posto dove trova appunto Rachel Leighton e Diamante Blu. Davanti a loro, inginocchiato, vi è un essere con un costume interamente verde, un colletto rosso e guanti blu. Il suo volto ed i suoi occhi sono interamente bianchi.
"Io... Io lo conosco" afferma Elton Morrow.
Improvvisamente l' essere alza il suo sguardo, osserva i Thunderbolts presenti uno ad uno, infine esclama:"Aiuto. Ho bisogno del vostro aiuto".
2
Slorenia.
Un essere proveniente da un lontano passato e da una lontana dimensione è adagiato immobile su un letto: i suoi occhi sono chiusi ed il suo corpo pare privo di vita. Se di vita si può parlare per un essere del genere. Il suo nome è Aarkis ed un tempo, un tempo più ingenuo, era noto anche con un soprannome. Visione. Sì, proprio come il sintezoide che oggi porta lo stesso alias. Entrambi sfuggenti, entrambi capaci di camminare disinvoltamente sotto una pioggia battente, perchè la pioggia non può toccarli.
Accanto al capezzale dove è adagiato ci sono gli attuali componenti dei Thunderbolts: Atlas, Miss America, Trottola, Diamante Blu, Artiglio d' Argento e Claire Voyant. Oltre a loro, colui che più è in grado di andare in fondo a questa faccenda: l' attuale Visione.
"Dunque è apparso qui come dal nulla. Come mai?" chiede il sintezoide.
"Non lo sappiamo con certezza" risponde Erik Josten "È arrivato, ha detto di aver bisogno del nostro aiuto, poi è crollato al suolo privo di sensi. Forse morto, se questa definizione può adattarsi ad uno come lui".
"No, non è morto: è in quello che potremmo definire uno stato di incoscienza, ci sono passato anch'io e più di una volta. Certo, Aarkis non è un robot o un sintezoide come me, ma forse possiamo comunque ottenere le nostre risposte in un altro modo".
"Ovvero?" chiede Rachel Leighton.
"Tenterò di entrare nei suoi schemi cerebrali" spiega Viz "E vedere qual è il male che lo tormenta".
"È un processo sicuro?" domanda stavolta Trottola.
"Ha la sua dose di rischi, ma è giusto tentare".
Madison, Wisconsin.
Charlie Burlingame cammina a testa bassa per le strade di questa città. "Dannazione, quella ramanzina del professore e soprattutto quell' insufficienza proprio non ci volevano" pensa "Dovrò mettermi sotto se voglio recuperare". Poi i suoi pensieri ritornano a Maria Santiago, deve chiamarla al più presto, deve dirle una cosa importante.
Improvvisamente il ragazzo avverte qualcosa, una sensazione di pericolo che sembra circondarlo da ogni lato. Una sensazione acuita dal fatto che le strade si sono come per magia svuotate. Si mette dunque sull' attenti ed assume la sua forma di Carbone.
I suoi timori si rivelano fondati quando una nebbia lo avvolge e, senza che lui se ne accorga, lo trasporta in un' altra dimensione. Da lontano intravede una figura e corre verso di essa: quando capisce chi è, quasi si blocca.
"Tu?".
"Sì, mio piccolo traditore: credevi davvero di esserti liberato di Techno?".
"Diciamo che ci speravo".
Il criminale ride. "Metterò presto a tacere la tua arroganza, poi mi occuperò di Atlas, di Moonstone e di tutti gli altri...".
"Sopravvaluti enormemente le tue capacità".
"Errore: sei tu che sottovaluti me, ragazzino ignorante".
Senza preavviso, Carbone in quel momento parte all' attacco. Ma non compie che pochi metri che va a sbattere contro un muro invisibile, il quale lo rispedisce violentemente all' indietro.
"Non lo hai ancora capito, vero?" lo canzona Techno "Guarda il paesaggio sovrannaturale che è attorno a te: non sei più sulla Terra. Sei in un' altra dimensione, una dimensione dove io regno sovrano. Questo è il potere assoluto che bramavo da una vita, fin da quando ero l' inerme Fixer. Questa è la mia massima evoluzione come creatura senziente".
"Tu vaneggi, Ebersol".
"Quel nome ormai non ha più significato!".
Techno allunga i suoi arti robotici e con essi stringe il collo di Carbone: la presa è possente, più forte del previsto, e fa perdere i sensi al giovane, che poco dopo torna alla sua forma umana.
"Dunque mi sopravvalutavo, eh?" lo irride Techno. "Ed uno è sistemato" pensa il criminale "Ora attendiamo gli altri".
Slorenia.
"Ti vedo pensierosa, Milla" dice Yaphet Mausen.
"Sto ripensando al nostro incontro con gli Inumani. Mi ha colpito".
"Cosa in particolare?".
"La loro cultura... è così diversa dalla nostra, così... affascinante".
"Vorresti saperne di più?". La donna annuisce. "Allora ritorna da loro e chiediglielo".
"Chiedergli cosa?".
"Di entrare a far parte della loro società, in qualche modo. Anche se li abbiamo conosciuti solo per poche ore, ho capito che gli Inumani stanno cercando un qualsiasi punto di contatto con la società umana, dopo essere stati lontani da essa per così tanto tempo".
"E quel punto di contatto dovrei essere io?".
"Beh... perchè no?".
Dopo qualche istante, Milla Raznevic annuisce:"Sì, andrò da loro. Mi accompagnerai?".
Yaphet Mausen scuote la testa:"No, questa è una cosa che dovrai portare avanti da sola".
"Sì... Sì, hai ragione".
Più in là.
Aarkis e Visione sono adagiati su due tavoli, sulle loro teste sono collegati numerosi cavi. A supervisionare l' operazione, oltre ai Thunderbolts, ci sono anche Machine Man ed un suo vecchio amico.
"Gears, è tutto pronto?" chiede X-51.
Gears Garvin annuisce:"Sì, Aaron. Ragazzi, era una vita che non mi occupavo più di cose del genere, grazie per avermi richiamato".
"Strano".
"Uh, cosa?".
"Mi hai chiamato Aaron, nessuno lo faceva più da tempo. Persino Jocasta ha smesso di chiamarmi con quel nome".
"Tu per me sarai sempre Aaron".
"Scusate" interviene Atlas "Mi dispiace interrompere il vostro idillio, ma c'è in ballo una faccenda importante". E non solo quella, Erik Josten deve scoprire al più presto tutta la verità sul presunto, inspiegabile ritorno di sua sorella.
"Hai ragione" annuisce Machine Man, che poi si china verso Visione. "Viz, ora entrerai nella mente di quest'essere, poi da lì buona fortuna".
"Non funzionerà" dice Diamante Blu "La mente di Aarkis non funziona nè come quella degli umani, nè come quella degli androidi".
"Dobbiamo tentare" ribatte Claire Voyant "Sento che c'è qualcosa di sinistro dietro questa faccenda".
"Puoi iniziare, Gears" esorta X-51.
L' uomo preme alcuni tasti su un palmare aperto sulle sue ginocchia e poco dopo Visione chiude i suoi occhi artificiali. Subito uno schermo a lui vicino inizia a riempirsi di dati.
"Ecco, è entrato" dice Gears Garvin, che dopo qualche istante aggiunge "Sembra stia procedendo bene".
Improvvisamente, però, lo schermo inizia ad emettere scintille e poco dopo c'è una piccola esplosione che lo manda in pezzi. Prima che gli eroi abbiano il tempo di chiedersi cosa stia accadendo, Visione riapre gli occhi. E basta solamente guardarlo in faccia per capire che non è più la stessa persona di prima.
Base della Corporazione.
"Trovare il Barone Strucker" afferma il Flagello "Decisamente non un compito facile: quell' uomo è più sfuggente di un' anguilla, è scampato alla Seconda Guerra Mondiale ed alla morte, è praticamente una leggenda vivente".
"Una leggenda che non è così temibile, però" ribatte il Power Broker "E non così introvabile come credi. Pensaci bene, quale organizzazione si è sempre opposta ai piani di HYDRA?".
"Lo SHIELD".
"Esatto".
"Sì, ma... Aspetta, ora ho capito dove vuoi arrivare".
"Come al solito perspicace, Flagello: recentemente il quartier generale dello SHIELD è andato distrutto ed adesso la combriccola di Nick Fury è allo sbando*".
* Il tutto nella serie Nick Fury Agente SHIELD
"Dunque io...".
"Attualmente si sta lavorando per recuperare quanto è più possibile tra le macerie. Sicuramente le informazioni più preziose sull' HYDRA e sul suo leader saranno tenute al sicuro, in qualche camera blindata il cui contenuto una semplice esplosione non può distruggere. Recati lì e vedi se riesci a recuperare tali informazioni: non è necessario che le trafughi, a noi basta solo sapere dove si trova attualmente Strucker".
"Adotterò la guisa di un agente SHIELD: con tutto il caos che c'è, nessuno dovrebbe farmi domande indiscrete".
"È anche il mio auspicio. Parti subito, prima che sia troppo tardi".
Slorenia.
"Attenti" esclama Machine Man "È...". Non riesce a concludere la frase in quanto Visione spara dei raggi calorici dai suoi occhi e lo manda a sfondare una parete, mettendolo temporaneamente fuori gioco. Anche Gears
Garvin si rivela un bersaglio fin troppo facile. I Thunderbolts rimangono increduli di fronte a questo spettacolo.
"Meraviglioso" afferma Anti-Visione "Finalmente ho di nuovo il mio corpo".
"Attaccatelo!" ordina Atlas "Non è più la Visione che conosciamo. Artiglio d' Argento, Claire, voi occupatevi delle persone là fuori e portatele al sicuro".
Trottola, con la sua velocità, è il primo a scattare, ma con insospettabile agilità Anti-Visione lo abbranca alla gola e lo scaraventa fuori dall' edificio, facendogli oltrepassare il buco aperto da Machine Man.
Tocca poi a Diamante Blu tentare una sortita, ma i suoi pur forti colpi non riescono a scalfire un essere che può rendere la sua pelle appunto dura come il diamante. Anti-Visione allora lo afferra e si libra in aria insieme a lui, fino a raggiungere una considerevole altezza. Poi lo lascia cadere: l' impatto col terreno potrebbe rivelarsi fatale, ma fortunatamente Artiglio d' Argento è sulla traiettoria e riesce ad abbrancare il suo compagno di squadra. Non è comunque una presa salda e, pur non ricavandone i due alcun danno permanente, scivolano rovinosamente al suolo, temporaneamente storditi.
Anti-Visione intanto precipita a tutta velocità, aprendo un buco nel terreno a poca distanza da Miss America. Il violento impatto scaraventa l' eroina ad alcuni metri di distanza. Poi l' ex lacchè di Proctor osserva dritto in volto Atlas.
In quel momento, non notata da nessuno nella confusione, Claire Voyant si blocca sul posto, come attratta da qualche voce invisibile. Una voce che le dice:"Altra malvagità per incrementare il mio potere". Ed in quel momento i suoi occhi assumono un aspetto maligno.
Slorenia.
Atlas cresce di dimensioni ed attiva i suoi poteri ionici: poi abbranca Anti-Visione e lo scaraventa fuori dall' edificio in cui si trovano in questo momento. Erik Josten lo segue a ruota, ma il Raccoglitore si riprende prontamente e spara raggi energetici dai suoi occhi. La loro potenza è impressionante e costringono Atlas ad indietreggiare con un urlo di dolore.
"Ah, non è così facile sconfiggermi" afferma Anti-Visione "Comunque non ce l'ho con voi, ho avuto esattamente quello che volevo. Lasciatemi andare e non vi tormenterò più".
Improvvisamente delle braccia metalliche avvolgono il suo corpo. "Spiacente, ma il corpo che occupi è quello di un mio amico" dice Machine Man.
"Menzogna! Appartiene a me. Visione me l' ha usurpato ed io me lo sono ripreso.
È un mio diritto!".
In quel momento un' ombra fugace si para davanti al Raccoglitore. Un' ombra che si concretizza nella figura di Claire Voyant. Il suo sguardo è spiritato, le pupille dei suoi occhi sono rosse come le fiamme dell' Inferno. Ed è a un demone che lei risponde attualmente delle sue azioni.
Claire poggia la sua mano sul petto di Anti-Visione, che inizia ad urlare per la sofferenza immane a cui è sottoposto.
"Attenta, rischi di danneggiare il corpo di Visione!" la ammonisce Machine Man. Ma la donna pare quasi non ascoltarlo.
Ad allontanarla da lì ci pensa infine Trottola, appena ripresosi. "Claire, ma non lo hai sentito? Sei forse uscita di senno?".
La donna rialza lo sguardo ed i suoi occhi... sono tornati normali. "Cosa... Cosa è successo?".
"Come, non lo ricordi? Con una sola mano stavi devastando il corpo di Visione".
"Io... Io non rammento niente di tutto questo".
"Di nuovo uno dei tuoi vuoti di memoria" interviene Atlas "Dobbiamo iniziare a preoccuparci anche di questo?".
La risposta arriverà in un' altra occasione, poichè in quel momento Visione si riprende. Tutti si mettono all' erta, temendo che la sua controparte possa ancora controllare le sue azioni. Ma lui li rassicura:"Tranquilli, ho ripreso il controllo delle mie funzioni. Decisamente non è stata una grande idea, la mia".
"Come facciamo a sapere che non sei quell' altro, che sta bluffando?" chiede una sospettosa Miss America.
"Un dubbio legittimo. Per avere risposta potete esaminare i miei schemi cerebrali ed accerterete l' assoluta compatibilità...".
"Basta così" lo blocca Delroy Garrett Jr. "Ti conosco da poco, Visione, ma la tua pomposità ormai riesco a riconoscerla subito. Quel tuo... collega invece andava più per le spicce. Ci sai dire comunque chi era e che fine ha fatto?".
"Era un mio omologo proveniente da un' altra dimensione. Il corpo che uso attualmente apparteneva a lui e da tempo sta cercando di riconquistarlo. Quanto a che fine abbia fatto... non ve lo so dire: ho sentito solo in parte il dolore provocato da Claire Voyant e, quando è scomparso, è sparito anche il mio omologo. Come se non fosse mai esistito. Forse è...".
"Negativo, Visione" interviene Gears Garvin "Ho avuto il tuo stesso sospetto e sono andato a controllare il corpo di quell' Aarkis. Ancora immobile e privo di coscienza, come prima".
"Forse allora so dove si è recato Anti-Visione" ribatte il sintezoide "Condividendo la stessa mente per alcuni istanti, ho condiviso anche i suoi ricordi. E l'ho visto mentre risiedeva in un laboratorio sotterraneo in Virginia. E accanto a lui vi era... Techno".
"Ebersol! Dunque è ancora vivo" esclama Erik Josten "Ma cosa ne ha ricavato da questa alleanza?".
"Credo che il riportare nel nostro mondo Aarkis gli abbia aperto nuove esperienze per una sua prossima evoluzione come essere senziente".
"Sì, era quello che stava cercando di fare l' ultima volta che l' abbiamo incontrato. Visione, credi di poter rilevare le coordinate precise dove poter trovare quel laboratorio?". Un' altra missione, altro tempo perduto: dovrebbe dedicarsi alla ricerca di sua sorella...
"Non dovrebbe essere un problema. Purtroppo né io né Machine Man potremo accompagnarvi: siamo attesi altrove".
"Tranquillo, ce la faremo da soli. Questa faida con Techno è durata anche troppo: è giunto il momento che paghi per i suoi crimini".
"E per quanto riguarda... Aarkis?" chiede Diamante Blu.
"Credo che il suo destino finale debba ancora essere scoperto".
"Allora lo porteremo con noi: forse può aiutarci a venire a capo di questa vicenda".
"In quello stato?".
"Tu ti fermi troppo alle apparenze. Aarkis è un essere speciale, dalle mille risorse. Io lo so".
"Diversamente non si definirebbe Visione" conclude il sintezoide.
CONTINUA...
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